Partecipate: si parte da un breve testo che ciascuno sceglierà di raccontare con uno stile diverso, in un florilegio di variazioni sul tema.
La mia prova è stata pubblicata al numero 21. Bellissimo numero, non solo perché magico (21 = 7 x 3), ma perché nella smorfia napoletana corrisponde alla femmena annura, fonte inesauribile di beatitudine terrestre.
Allora tutti constatarono che Garabombo era veramente invisibile. Antico, maestoso, interminabile, Garabombo avanzò verso la Guardia d'assalto che sbarrava la piazza d'armi di Yanahuanca. Solo cani nervosi abitavano la freddolosa solitudine. Venti guardie, coi cappotti aggobbiti contro il rovaio, difendevano la discesa al fiume Chaupihuaranga. Il sole delle cinque faceva sfolgorare i loro elmetti. Senza intimidirsi, Garabombo puntò verso le sentinelle. Sulla cantonata, l'angoscia devastò i chinchinos. Lo vedevano o non lo vedevano? [...] "Non lo vedono," sorrise Amador Cayetano, presidente della comunità."È invisibile!" "È da sette anni che è invisibile," sussurrò Melecio Cuellar. Non lo vedeva nessuno. Protetto dalla sua carne trasparente, prima del crepuscolo Garabombo si sarebbe impossessato dei piani segreti della guardia d'assalto. [...] Con spavento, con ammirazione, con raccapriccio, lo guardarono avanzare. Perfino il messo Corasma si unì al credo fervente. Erano cugini e si odiavano; ma in quel momento Garabombo non era il parente detestato, e nemmeno il supposto predatore del bestiame di Murmunia, e neanche il vanaglorioso cavalleggero che approfittando della sua invisibilità dormiva con le donne sposate, bensì il comunero che col suo indimenticabile coraggio avrebbe fatto conoscere a Chinche i piani di combattimento della guardia d'assalto e avrebbe permesso di rispondere al fuoco col fuoco. Perché l'ora era giunta!
(Manuel Scorza, Storia di Garabombo, l'invisibile, 1972)
Ecco da dove prende il nome il Banco di Garabombo. Dal racconto della lotta interminabile condotta dagli indios delle comunità andine per far valere il loro diritto alla terra. Diritto riconosciuto da leggi impunemente calpestate proprio da chi sarebbe stato tenuto a tutelarle.
Anche in questo caso, come ieri, la giornata è o dovrebbe essere uno spunto di riflessione per adeguare nei limiti del possibile i nostri comportamenti a un senso di responsabilità, a una consapevolezza che non ci permetta di ignorare l'esigenza di equità, che per molti esseri umani segna il confine tra sopravvivenza e morte. Non solo nei paesi del Terzo mondo, ma per le strade e i quartieri di ogni nostra città.
Dove davanti agli occhi troviamo il racconto della lotta interminabile condotta da molti, troppi individui della comunità umana per fare valere il loro diritto alla Terra. Diritto riconosciuto da voci impunemente inascoltate proprio da chi avrebbe tempo e modo per riconoscerle, amplificarle, rispondere. Ogni giorno, nel proprio piccolo, con i fatti.
Per il secondo giorno di seguito, qui il cielo è tornato a tingersi d'azzurro. Le nuvole lo screziano in modo incantevole, lasciando che uno spiraglio di luce rifletta vivido il nitore delle Alpi completamente innevate.
Quando sappiamo di poterle perdere, quando non diamo per scontata la loro presenza e ne rileviamo il carattere fugace, quando ci prendiamo il tempo per fermarci ad assaporarle, allora riusciamo ad apprezzare meglio le cose e forse a coglierne pienamente la magia.
Oggi è la Giornata del non acquisto (Buy Nothing Day, se vogliamo essere fighi).
Non sto a rispiegarne le motivazioni, l'hanno già fatto in molti e poi potete sempre fare clic sui collegamenti ipertestuali (i link!).
Tengo però a puntualizzare che credo alla bontà di questa iniziativa per quanto saprà stimolare riflessioni e comportamenti da applicare nella quotidianità e non per un solo giorno all'anno. Sobrietà nell'essere, generosità nel dare, indulgenza nel prendersi il tempo per vivere e godere.
Altrimenti mi parrebbe solo la pausa ruttifera di chi si è abbuffato fino al giorno prima. Specialmente se il giorno prima era il Thanksgiving Day o giorno del ringraziamento.
Tra i numerosi motivi per cui è opportuno ridurre i consumi, mi preme ricordarne uno che tanto marginale non è per il nostro affollato pianeta e che è già quasi un'emergenza per le aree altamente urbanizzate: il problema dei rifiuti.
Se posso permettermi, consiglio la lettura di un libro di Guido Viale: Un mondo usa e getta. La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà, 1994. Il testo, nel contempo concreto e filosofico, intenso e scorrevole, documentato e letterario (per esempio, con il riferimento a Le città invisibili di Italo Calvino), non può esimersi dal lasciarci in eredità un pochino di angoscia e, forse, un maggiore senso di responsabilità.
Siamo in tanti. Un popolo. Navigatori lo siamo già, ma non occorre essere santi né eroi, perché basta poco, purché si persista. Un po' di attenzione affinché ogni gesto diventi una scelta consapevole. Facciamo il possibile... per non doverci rassegnare alla stracitata battuta di Altan:
"Sono ottimista: un giorno la Terra servirà a concimare un pianeta lontano."
Grazie alla segnalazione di Giodi (della Zonker's Zone), ho scoperto la presenza in rete di un interessante elenco creato e ospitato da Fabrizio Ruggeri, che lo presenta così:
...spazia in svariati campi dell'informatica, dalla grafica alle reti. Lo scopo e` di dare, in primo luogo, cognizione delle traduzioni che sono gia' affermate nel campo, e solo in secondo luogo, se non ne trovo, di proporle io stesso. Sono pertanto gradite le segnalazioni di traduzioni gia' affermate, come pure le segnalazioni di termini inglesi con una descrizione del loro significato e ambito di applicazione, anche se non viene proposta una traduzione.
In uno scambio di messaggi, lo stesso Fabrizio si esprime anche a proposito di
____/ Coniati da vomito \____ > ircocervi linguistici dettati dalla pigrizia <
bisogna non mollare, dare il buon esempio col proprio linguaggio e soprattutto, nel cercare termini italiani, attenersi alla logica di costruzione delle parole italiane ("scansionare" secondo me è altrettanto brutto che "scannerizzare", nella mia lista ho messo "acquisire" (dove il sottinteso è: "in formato numerico") che mi sembra più aderente, appunto, allo spirito della nostra lingua).
Continua l'iniziativa di Melba, Ludik e Sabelli Fioretti che mira a rilevare quali trasmissioni televisive guarda chi scrive e legge diari telematici. A quanto pare la percentuale che prevale sempre o quasi sempre è quella di chi non ha visto la TV.
Credo che un quadro più completo lo si avrebbe prendendo in considerazione anche le preferenze per la seconda serata. Per esempio, poco fa mi è capitato di godermi una serie di esibizioni cabarettistiche (Faiella, Olcese, Schettino, Margiotta, Dix) intervallate dagli stacchi musicali di un gruppo interessante che non conoscevo: Acquaragia Drom (spunti di musica zingara). La trasmissione, che si chiama* Assolo, è andata in onda su La7.
Eppure, anche domattina, siccome Audiblog contempla solo la fascia di prima serata, voterò: Non ho visto la TV.
* ho appena scoperto che quella che ho visto era l'ultima puntata...
Lezione di pittura nella pagina di [personalità confusa]. Da Borges a Velazquez, parole e immagini rispecchiano il labirintico guazzabuglio dal quale crediamo di evincere la cognizione del reale e la convinzione della nostra realtà.
/| Quando hai mille motivi per essere incazzato, quando leggendo che "Il Lambro ha rotto gli argini. Il Seveso i tombini" non puoi fare a meno di pensare: "E 'sta pioggia... i coglioni.", quando stai lavorando su un computer d'emergenza perché quello nuovissimo che hai pagato salato mesi fa è in riparazione da un sacco di tempo e ti senti sull'orlo di un aggiornamento del bestemmiometro, come fai a recuperare il buonumore?
Basta imbattersi in qualche riga di mariemarion, per esempio:
ReikiBrog
Delle due l'una: o Zu ci'à ir compiuter della Nasa o lui è il più reiki di tutti. Dopo il black out di domenica pomeriggio (secondo me pervenutomi assieme alla iella di so io chi), l'unico che riceve e riesce a comunicare con me è Giulio Pianese. In più, se non bastasse, quando si blocca anche Internet a disperatamente vado a cercarvi tra i preferiti, l'unico del quale non appaia "impossibile visualizzare la pagina" (che prendi la famosa mazza da beisboll e spacchi tutto!) , è Verba Manent. Tutto il resto è silenzio.
I misteri della fede sono bazzecole rispetto all'imperscrutabilità della telematica.
Mi hanno mandato le foto! Prima o poi appronterò un sito dove pubblicarle tutte, per il momento rispetto la promessa fatta proponendovi questo piccolo assaggio:
Le prime parole pubblicate furono un invito a partecipare, invito che oggi mi piace reiterare ed estendere a quanti ho incontrato nel frattempo:
La lettura è un piacere dell'essere intero, l'intensità prolungabile all'infinito... e il piacere raddoppia se viene condiviso. Per questo vi invito a rendere pubbliche le impressioni o le emozioni suscitate in voi dai libri: capitati sottomano per caso o cercati con determinazione, le nuove scoperte e i ricordi più antichi, quelli che non dimenticherete mai e quelli che non avreste voluto leggere, i testi che si divorano insaziabilmente e perfino quelli che si abbandonano (uno dei diritti del lettore esercitati più di rado)... Uno scambio di consigli, segnalazioni, pareri...
In seguito lanciai alcuni spunti:
Accanto alle segnalazioni, riflessioni e precisazioni, che mi auguro continuino e si moltiplichino, mi piacerebbe stimolare altri filoni di interventi che eventualmente potrebbero avere il carattere della telegraficità (così da coinvolgere anche chi si ritiene troppo pigro o troppo indaffarato per scrivere a lungo). Penso per esempio a: libri nei libri (testi reali o immaginari menzionati in altri scritti letterari, testi autoreferenziali); libri e film (i testi letterari e la cinematografia: le rese, le ispirazioni, le citazioni).
E un quesito per tutti:
Quale titolo vi viene in mente se vi domandano a bruciapelo di esprimere una preferenza su tutte?
Finora sono stati menzionati:
Auel Jean M, Ayla figlia della terra; La valle dei cavalli; Gli eletti di Mut; Le pianure del passaggio; Focolari di pietra
Baricco Alessandro, Senza sangue
Bender Aimee, Un segno invisibile e mio
Berardi Bifo Franco, Un'estate all'inferno
Borges Jorge Luis, La biblioteca di Babele (Finzioni)
Bowles Paul, Il tè nel deserto
Burned Children of America
Cacucci Pino, Punti di fuga
Carlotto Massimo, Le Irregolari. Buenos Aires Horror Tour; Il Fuggiasco
Carlotto Massimo, Nessuna cortesia all'uscita
Cervantes, Don Chisciotte della Mancia
Collins Wilkie W., La pietra di luna
De Mello Anthony, Messaggio per un'aquila che si crede un pollo (Awareness)
Der Papalagi
Eggers Dave, L'opera struggente di un formidabile genio
Fermine Maxence, Neve
Hemingway Ernest, Festa mobile (A moveable Feast)
Houellebecq Michel, Le particelle elementari
Il Piccolo Principe
Irving John, The Water-Method Man (La cura dell'acqua pura)
Larbaud Valéry, Sous l’invocation de Saint Jérôme (Sotto la protezione di San Gerolamo)
Leroy J.T., Ingannevole è il cuore più di ogni cosa
Levi Primo, Antologia personale
Lurie Alison, Foreign Affairs (Cuori in trasferta)
Mazzantini Margaret, Non ti muovere
Mazzantini Margaret, Non ti muovere (2)
McEwan Ian, Bambini nel tempo
McEwan Ian, Espiazione
McEwan Ian, The Innocent (Lettera a Berlino)
McLiam Wilson Robert, Eureka Street
Mignano Silvio, Una lezione sull'amore
Mones Nicole, La donna di giada; La fragile bellezza del passato
Mones Nicole, Lost in Translation
Mulisch Harry, De ontdekking van de hemel (La scoperta del cielo)
Murakami Haruki, L'uccello che girava le viti del mondo
Orsini Natale Maria - Francesca e Nunziata
Powell Dawn, Angeli a colazione (Angels on Toast)
Queneau Raymond, Exercices de style
Sepúlveda Luis, Diario di un killer sentimentale
Thomson Rupert, Soft; The book of revelation (A nudo); The insult
Tinazzi Giorgio - Truffaut, il piacere della finzione
Truffaut François, Il cinema secondo Hitchcock
Tuiavii di Tiavea, Papalagi
Vidal Gore, La statua di sale (The city and the pillar)
Vonnegut Kurt, Slaughterhouse-Five (Mattatoio n. 5)
Weihui Zhou, Shanghai Baby
Winchester Simon, L'assassino più colto del mondo
Winchester Simon, The Surgeon of Crowthorne / The Professor and The Madman
Yehoshua A.B., Un divorzio tardivo
Zecchi Stefano, Sensualità
Zukav Gary, Una sedia per l'anima (The Seat of the Soul)
Effettivamente, per qualcuno non è al primo posto.
Ad esempio, per i Nigeriani, che ora dovranno fare a meno della finale di Miss Universe 2002, spostata a Londra in seguito ai violentissimi e cruenti disordini scoppiati nel paese. L'ennesima scintilla nella polveriera Africa. O forse dovremmo dire nella polveriera della povertà.
Potete leggere al riguardo un veemente sfogo di Mike nel Pallone d'Achille, dove troverete anche i collegamenti alle notizie.
Non è la ricerca del pelo nell'uovo. Si tratta di attribuire la giusta rilevanza a un fenomeno che ci pertiene come esseri umani: la facoltà di usare un linguaggio verbale per comunicare. E di riconoscere l'enorme potere del linguaggio stesso, la sua capacità di determinare almeno in parte la qualità della nostra vita, donandole ulteriore ricchezza, profondità, spessore. In parte il linguaggio ci permette anche di acuire la percezione della realtà, cogliendone meglio le sfumature. È uno dei casi in cui si costituisce in strumento di conoscenza.
Ecco perché queste righe di Carlo Annese non si limitano a investire la sfera comica, ma vanno a toccare qualcosa di più sottile e importante:
mi è capitato di ritirare l’esito di un esame radiografico al torace e di aver letto sul referto, tra le varie cose: “Aorta un pò addensata”. Ammetto di essermi spaventato più del necessario, non solo perché, non essendo medico, non conoscevo il significato medico di quell’affermazione, ma per quel “pò” con l’accento. Ho pensato che quel tecnico di radiologia così superficiale nell’uso corretto della lingua italiana potrebbe esserlo ugualmente nella valutazione degli esami, sottovalutando o esagerando la portata di un evento clinico. Forse non tanto, ma basta un po’.
Sotto la testata di Blog Oltre si trovano dei rimandi importanti su argomenti difficili da affrontare: la Medicina e la sua (in)efficacia. Vi invito a leggere e commentare:
Beppe Grillo: sui "protocolli, Di Bella la medicina ufficiale e tanto altro ancora...
AudiBlog l'auditel ce la facciamo noi: segnala che programma hai visto
Questa è l'iniziativa lanciata da Sabelli Fioretti, Melba e Ludik.
Benché non sia un assiduo telespettatore, aderisco inserendo un collegamento nella colonna a sinistra e invitandovi a votare (c'è anche l'opzione: "Non ho visto la TV").
Quantomeno, si scoprirà che cosa guarda sul piccolo schermo il popolo di quelli che scrivono e leggono ogni giorno sulla grande rete telematica.
____/ Coniati da vomito \____ > ircocervi linguistici dettati dalla pigrizia <
Come promesso, ogniqualvolta ci saranno novità, provvederò ad aggiornare la tabella riassuntiva.
E naturalmente, a ringraziare chi partecipa giocosamente alla campagna di liberazione dagli Orrori Lessicali Genericamente Modificati, OLGM, tentando altresì di proporre alternative valide: le PCDC, ossia Parole Come Dio Comanda.
Cinzia Pieri: editabili (orrore! Zu, l'abbiamo gia' messo nell'elenco dei cattivi ;-))? Poi una parola che mi irrita, anzi mi suscita "Coniati" di Vomito e impulsi di cieco furore... Mister - non il Mister di Mister Brown ovvero signor Marrone delle Iene, eh no, intendo Mister usato per definire l'allenatore di calcio. Ma se io fossi l'allenatore e i miei giocatori mi chiamassero Mister, li manderei in panchina seduta stante! E senza appello. E chiamami allenatore, signor tal de tali, chiamami per nome, per cognome, come vuoi. Ma Mister de che? :-( Questo non solo e' il classico assorbimento passivo di una parola straniera, ma addirittura va a soppiantare una parola classica, consolidata, chiara per tutti, con una bruttura. Puah! [questa l'ho inserita nella rubrica Le traduzioni inutili]
me medesimo: bloggatori: ebbene sì, l'ho usato. Si trattava di un titolo, è vero che la rapidità d'espressione era essenziale e che l'uso di "diaristi telematici" mi sarebbe sembrato un po' affettato nel caso specifico, ma ora il minimo che posso fare è autodenunciarmi e inserirlo nella tabella degli OLGM.
De bello fallico le testate rimangono intelligenti anche se chi le lancia è una testa di cazzo?
La prevenzione è meglio della cura anche se le supposte sono esplosive? E si può dire che non è ancora scoppiata la guerra quando ogni giorno il territorio di uno stato straniero viene bombardato (le zone di non volo dell'Iraq da aerei americani e britannici)? Tra le innumerevoli fonti che lo riferiscono, vedi per esempio qui e qui.
Ma queste sono domande da inesperto. Leggiamo invece quelle dei veterani statunitensi, raccolte da Enrico Deaglio, giornalista vero, in un'inchiesta condotta per diario:
Perché abbiamo girato obiettivo, da Bin Laden a Saddam? Che armi abbiamo? Dal momento che non ce la possiamo fare con la sola aviazione, quanti morti mettiamo nel conto? Che cosa succede se a Bagdad i fedeli di Saddam scatenano un corpo a corpo? Che cosa facciamo se loro vanno di coltello nella notte? Quanto tempo occorrerà restare «laggiù» prima che le cose si sistemino? Se passa il concetto di guerra preventiva, anche altri Paesi potranno praticarla. In questo caso, che cosa faranno gli Stati Uniti se la Cina invaderà Taiwan? Se l’'India attaccherà il Pakistan? Su quanti fronti dovrebbero combattere gli Stati Uniti? È sensato muoversi da soli, senza l’'appoggio del resto del mondo?
Ventisei piccole bare nel più gelato dei cimiteri,
quello della Comune Dimenticanza.
Migliaia di persone senzatetto
a immaginare che forse sarebbe stato meglio crepare subito
piuttosto che quest'agonia fatta di freddo gelato.
...
Ci ha scosso, Zu.
Ma, come al solito, non abbastanza. Mariemarion
Il crollo non ce lo scrolliamo
VIAGGIO NELLE CASE DI LATTA
Io le chiamo le "case di latta". mi e' venuto in mente qualche anno fa, durante il disastroso infinito terremoto umbro-marchigiano. Le case di latta sono i container. Tremendi d'estate, pazzeschi d'inverno. Adesso e' inverno e sta arrivando il grande freddo. Le ultime vittime di quest'Italia bellissima e fragilissima, quelli di San Giuliano, hanno lasciato le tende, ma non sono potuti tornare a casa perche' il paese per ora non c'e' piu', devastato dalle scosse. Sto tornando da loro, in Molise, per dar conto di una promessa: di non abbandonarli, perche' si sa quando i riflettori si spengono e' la fine delle speranze di ricostruire qualcosa. In quest'informazione spesso schizofrenica, il loro dramma e' sparito dai giornali, soffocato dalla bufera inaudita sulla giustizia. Dunque, abbiate pazienza. Spero di tornare a collegarmi stasera, chissa' da dove, ma comunque non abbandonate il Blog. Niente va perso: soprattutto il nostro rapporto. Pino Scaccia
Ti dico che il crollo non se lo scrolleranno dalla coscienza
Che possiamo fare noi con un blog, che è fatto solo di parole? "Solo" di parole? La parola è il fiammifero senza il quale nessuna candela di speranza può ambire ad accendersi... e si sa che con una candela se ne possono accendere molte altre, senza che quella candela perda nulla della sua luce.
Le parole di Aladino quando il conio ci va a Genio
Saltabeccando da una pagina all'altra, tempo fa approdai a Linee tenui su orde d'ombra, il blog di Manilo, che inizialmente mi colpì per una rubrica che stava inaugurando:
nuovi termini coniati per l'esigenza di spingersi oltre le barriere. Quando la cassetta degli attrezzi non prevede lo strumento adatto, quando le nostre idee sono imbrigliate da mezzi troppo quadrati, muoviamo allora la fantasia creando nuovi scenari.
Ipotizzai di farne il contraltare di Coniati da vomito e gliene scrissi, ricevendo in risposta questa interessante analisi:
credo che la parola sia al servizio dei contenuti "incontenibili" e deve seguire la forma per brillare, non per imbrigliarsi verso la stasi espressiva. L'idea e l'intento di spingermi oltre nasce dalla mia passione per le arti figurative in generale e per la fotografia in particolare. L'immagine-cartolina che esaurisce tutto in un breve sguardo è priva di anima, o, comunque, ne rivela l'aspetto più immediato e meno nobile. La fotografia documentaristica esaurisce il suo scopo in applicazioni tecniche o puramente funzionali. Non è neanche specchio della realtà, perché altro non potrebbe essere che una particolare interpretazione di essa. Rivoluzionato il concetto di reale, sfaldato ogni preconcetto su cui si snoda il comune uso, ogni sua rappresentazione vi si deve discostare per poterne veramente coglierne i mutevoli, e numerevoli, aspetti. Le cose si complicano quando si vuole trasporre in parole una ricerca di per sé libera ed inconsueta. Certamente non è d'aiuto l'uso di parole oramai logore dal tempo e dall'uso sminuente. Ecco che l'analisi visiva stimola la coniazione di un nuovo lessico, portavoce, in quanto mezzo, di nuove visuali.
Il linguaggio diviene quindi strumento di conoscenza dell'inconoscibile, come sa essere la poesia quando è poesia.
I primi esempi raccolti da Manilo sono:
Areale - Non è l’area, tantomeno una virtuosa geometria, ad essere definita dal vocabolo areale. [...] L’areale rivela, e svela, uno scenario, giacimento di segni e di indici. [...] Il mondo non è quello che vediamo, ma quello che vedremmo se solo riuscissimo a trasporre le visuali... (termine coniato da Ugo Locatelli)
Empresente - L'empresente è il presente che emerge, quell’istante dilatato in cui l’azione, o sua porzione, si svolge.
[...] per rendere il senso della variazione scenica che si evolve [...] dato che il passato ed il presente sono frutto delle nostre elucubrazioni mentali, o dei nostri filtri e adattamenti ed il presente, invece, è una chimera impalpabile. (termine coniato da Fosco Maraini)
In direzione, indirettamente; in esattezza, inesattezza; in fede, infedeltà; in giustizia, ingiustizia...
Grandi dibattiti in questi giorni sulla nostra giustizia, sulla Giustizia e sulla giustizia punto it: se quest'ultima ha subìto un comprensibile tentativo di boicottaggio da parte di chi ha aderito al "netstrike", quella giudiziaria sembra addirittura oggetto di sabotaggio, mentre la Giustizia con la maiuscola, quella, mi pare ancora oggi la grande assente.
Quante volte anziché cercare la verità gli inquirenti costruiscono una tesi, chissà se per pigrizia, ambizione, conformismo o pura malafede, per poi procurarsi gli strumenti più o meno in grado di avvalorarla? Sarà a causa della stretta parentela etimologica con l'Inquisizione? (un volume da sfogliare è Storia dell'intolleranza in Europa, di Italo Mereu) Un esempio che non smette di farmi indignare è testimoniato dalla foto qui accanto: proprio un bel "confronto all'americana", non c'è che dire. Quale sarà l'anarchico tra quei cinque? Per chi è troppo giovane o troppo distratto, Pietro Valpreda fu accusato della strage di piazza Fontana, passò molti anni in carcere e poi fu assolto. Oggi per la carneficina del 12 dicembre 1969 è stato condannato all’ergastolo il fascista Delfo Zorzi, che se ne sta ricco e tranquillo in Giappone. Valpreda invece è morto, ai primi di luglio.
Tornando ai fatti di questi giorni, non è facile raccapezzarsi tra una serie di azioni teoricamente slegate le une dalle altre, ma che per coincidenza sembrano convogliare verso un'unica foce, anzi direi piuttosto uno scarico fognario, nel quale qualcuno ambirebbe gettare uno dei tre poteri dello Stato moderno. Cosa che io non voglio fare, pur riservandomi il sacrosanto diritto di critica. Ecco, sembra una banalità, ma è un concetto che sento di dover sottolineare, per ripararmi dalle impetuose correnti del non-pensiero volatile, quelle che vorrebbero spingere tutti a schierarsi acefalicamente da una parte o dall'altra, accettando "pacchetti" di opinioni preconfezionate, e in definitiva abdicando al diritto di ragionare.
Continuano le interviste di Blog Oltre. Questa volta Pietro ha rivolto le sue domande a Mariemarion e ne è nato un colloquio imperdibile. Non credetemi sulla parola, andatevelo a leggere. Voglio anticiparne solo il post-scriptum:
PIESSE: Caro compiute de li mortacci tua. Già non mai fatto partì l'imeir precedente. Mo', se nparte manco questa, io nte dico gniente, prendo la mazza da beisboll e TE SFASCIO li mortacci tua! IO te lo giuro sulla cosa ch'ho più cara nella vita, sulla mia gnioranzità! Che oggi te sfascio a randellate. E mo' provace a rompe, si hai capito chi comanda tra noi, li mortacci aritua vaffanculo! Vado anvià, sappilo e statte accorto a quel che fai, che tu' madre n'era manco na fiia de na mignotta. Nci'ai na madre tu! Vergognete! sempre fine, sempre signora... mariemarion
Che goduria ieri sera a cantare con la Black Sound Machine... Appena mi trasmetteranno le foto del concerto (eravamo all'Indian's Saloon), ve le mostrerò. La scaletta:
Hold on I’m coming, In the midnight hour, Unchain my heart, Hit the road Jack, Tu vuo’ fa’ l’americano, Minnie the moocher, Too many fish in the sea, Papa’s got a brand new bag, Nowhere to run, A little less conversation, I feel good, Flip flop and fly, Knock on wood, Sex bomb, Think, Shake your tailfeather, Jailhouse rock - pausa - Peter Gunn theme, I can’t turn you loose, Proud Mary, Mustang Sally, Mr. Pitiful, Chain of fools, Respect, What’d I say, The house that Jack built, Long train running, Lady Marmelade, Land of 1000 dances, Gimme some lovin’, Sweet home Chicago, Everybody needs somebody, La pelle nera
Grazie a chi c'era: ci avete fatto stare bene, soprattutto quando vi siete scatenati. Supergrazie a chi mi ha mandato in sollucchero dedicandomi attenzioni particolari e parole lusinghiere.
Questa sorta di agenzia stampa virtuale oggi incontra qualche problema tecnico e così il riquadro delle notizie (in italiano: newsfeed) non risulta visibile nei siti che lo ospitano.
Rimediamo presentando qui sotto gli inserimenti odierni (il cui numero, peraltro, è decisamente inferiore alla media abituale):
[UBW] HellB..lob: "il diavolo probabilmente..." by Ankor, su BloboftheBlogs.
[News] Nella notte, retata al sud: decine di arresti tra i No global in Campania, Puglia e Calabria. (Radio Popolare e Repubblica.it)
[UBW]Erroneo.org e' tutto nuovo, si parte con il settimanale!
È la seconda volta che la cito su questa pagina, d'altronde all'irresistibile è saggio abbandonarsi...
Tu, sulle labbra
come gocce di miele
plachi la sete.
...questi versi fanno parte del Poema erotico in 9 haiku + 1 di TulipanoGiallo, il blog di Rosy, dove attraversando il dolore che spezza il respiro la parola si fa sensualità e la sensibilità si schiude all'erotismo della passione.
Dopo Firenze, su Barsauro il barista chiedeva: "E adesso come la mettiamo?", paventando che il raduno senza disordini fosse destinato al dimenticatoio.
Gli ho risposto che la mettiamo per iscritto. La scriviamo e la ripetiamo. La diffondiamo. Altro che dimenticatoio!
"Bit bit tam tam", uno degli occhielli di UBW, può essere preso come incoraggiamento a propagare idee e informazioni attraverso la comunicazione telematica. Incuranti della scarsa copertura mediatica ufficiale, consapevoli del fatto che anche noi qui e ora disponiamo di mezzi di comunicazione e che alle volte l'agilità, la velocità e la proliferazione possono più della potenza dei mastodonti.
Dunque anch'io nel mio piccolo desidero fornire un contributo fungendo da cassa di risonanza, o meglio da ripetitore telematico, alle parole di chi c'era.
Lo faccio ringraziando Strelnik e il suo BlogAl Forum, ottimo punto di partenza per andare a esplorare i numerosi blog che riportano impressioni in presa diretta.
Continuo menzionando la pagina di Pino Scaccia, uno dei giornalisti-giornalisti in mezzo a noi, che ospita in questi giorni un fecondo scambio di vedute a più voci.
Voglio anche riferire le parole di una mia collega traduttrice, Maureen Young:
arrivando in centro con i miei figli ho capito subito che le cose sarebbero andate in modo tranquillo guardando le facce distese dei (tanti) poliziotti! Non ho marciato dietro lo striscione degli statunitensi perche' non sono riuscita a trovarlo per la tanta tanta gente! Quanta!! Ma mai un attimo di paura per la folla perche' tutti erano cosi' rilassati, festosi, ben distribuiti lunga la via della marcia, eppure tanti, mai visto cosi' tanta gente in vita mia. 500.000, secondo la questura. (Il doppio, secondo gli organizzatori - in ogni caso, tanti!!) Bellissimo. Complimenti agli organizzatori, hanno fatto un lavoro straordinario, e comincio a pensare che anche la Fallaci abbia voluto fare la sua parte come avvocato del diavolo ;-))) Persino i turisti giapponesi hanno fatto la loro parte, comprando dai negozi di abbigliamento che non avevano ritenuto di dovere chiudere :-)) Vero che la citta' e' stata scomodata parecchio per qualche giorno, ma dalle strade deserte durante le conferenze, e poi dalla enorme quantita' di gente al corteo, diventava ovvio a chi sta in centro o a chi era di passaggio che si trattava di un evento sentito da moltissimi in tutta Europa, di tanta gente li' per parlare di problemi che premono a tutti, in modo concreto e senza litigare, nonostante i tanti punti di vista magari molto diversi. Un bellissimo risultato - meno male che c'era chi ha voluto avere fiducia - insieme ai tanti che hanno lavorato a lungo per preparare quest'evento. Questi forum potranno diventare "normali", si potra' lavorare meglio, potranno svilupparsi di piu', coinvolgere larghe fette della popolazione. Chissa'!! Del Forum non frega niente a Bush (che e' uscito dalle ultime elezioni piu' forte che mai), ma spero che rafforzera' la resistenza dell'Europa, e che quindi (piu') Americani alla fine cominceranno a chiedersi se certe posizioni non vadano riviste. Non si sa mai. Anch'io mi sento grata oggi verso migliaia di sconosciuti. Maureen
Oggi è morto Juan Alberto Schiaffino, uno dei più grandi registi di centrocampo di tutti i tempi. Campione del mondo con l'Uruguay nel 1950, fu numero 10 del Milan, con il quale vinse tre scudetti tra il 1954 e il 1960. Se esistono i campi da calcio in Paradiso, l'avranno sicuramente convocato per giocare.
Per me le magliette a strisce rossonere hanno sempre rappresentato qualcosa di magico. Deve avermi influenzato il mio vicino di casa e amico d'infanzia, che aveva allestito una specie di altarino permanente in onore di Gianni Rivera. Così nacque una "fede" che sarebbe cresciuta rafforzandosi attraverso la sofferenza di scudetti persi all'ultima giornata, illuminandosi di un lampo di gioia con la conquista della "stella" e riuscendo poi a subire stoicamente l'onta dello sprofondamento in serie B. Non smettendo di tifare Milan anche se il mitico "10" stava sulle spalle di Carotti o Verza, sarei poi giunto all'incredulità del godimento totale quando a travolgenti ondate arrivarono il gioco stellare di Sacchi e le Coppe dei Campioni alzate al cielo da Franco Baresi, con Gullit, Van Basten e tutti gli altri a deliziarci.
Roba da matti, vero? Da qualche tempo mi sto un po' distaccando, ma sono ben contento di avere avuto per tanti e tanti anni la febbre rossonera.
Scossa di terremoto anche in Lombardia (epicentro al lago d'Iseo, tra le province di Bergamo e Brescia). Un lieve scuotimento l'ho avvertito anche qui: Milano, Bovisa, terzo piano di un palazzo che ha quasi un secolo, seduto su una sedia girevole dotata di ruote...
Niente di spaventoso, ma un pensiero si è fatto strada, considerando l'inquietudine mostrata un po' ovunque dal nostro pianeta: tra sismi e calamità varie, non ne abbiamo abbastanza anche senza aggiungerci una guerra?
Tiè, ma dove la trovate una che passa da Hume a Vanzina con tutto questo savoir faire! :)
Così scrive Selvaggia nel suo Diario di bordo, una pagina in cui non sai mai cosa aspettarti, ma che vale sicuramente un clic per assistere all'improvviso sbocciare di pensieri, racconti o emozioni con il sigillo dell'intimità vissuta ed espressa.
Sto imparando il testo di una canzone che prossimamente eseguiremo dal vivo... a proposito, sabato 16 novembre, Black Sound Machine in concerto all'Indian's Saloon di Bresso (MI) via Clerici 342. Se ci venite, fatevi riconoscere e abbracciare! La canzone si chiama A Little Less Conversation e comprende un verso che andrebbe tenuto presente un po' più spesso: "Close your mouth and open up your heart". Dalle parole altrui c'è sempre da imparare, figuriamoci poi se a cantarle è Elvis Presley... Chiudi la bocca e apri il cuore.
Se solo potessi dire
che gli spazi siamo noi (1987, Zu per Fragole & Sangue)
La più bella manifestazione cui abbia partecipato è stata quella del 25 aprile di qualche anno fa a Milano. No, non quella della pioggia, che pur essendo emozionante per l'enorme partecipazione, non raggiunse l'apice festoso di quella del '99 (mi pare). Quella volta lì, comunque, dopo avere sfilato per un po' con la parte "tradizionale" del corteo, ci integrammo nello spezzone dei Centri Sociali, che proseguì fino a parco Sempione. Lì si disposero tutti i veicoli attrezzati alla diffusione musicale, i cosiddetti "sound system", che sparavano nell'aria un volume imponente di vari generi musicali, con speciale riguardo all'hip hop e al reggae. Per tutto il pomeriggio fluttuammo in un'atmosfera magica tra musica, birre, canne, giocolieri, teatranti, scultori, bancarelle, bonghisti, bambini, adulti danzanti, adulti bambini, tutti coinvolti nel gioco e fino all'imbrunire fu festa autentica, sentita, spontanea. Festa di partecipazione e divertimento creata dal nulla e con poche lire, che regalava qualcosa di impagabile: il senso della città come luogo fruibile.
Quell'appropriazione di spazi naturalmente disponibili eppure sottoutilizzati dimostrava nei fatti la possibilità di usufruire in modo diverso della metropoli nonché del tempo che in essa si consuma solitamente alienandolo in rituali non scelti. Stupore e nuova consapevolezza si condensavano nell'aria, in un sorriso collettivo contagioso...
Sulla base dell'esperienza personale, di cui ho fornito uno spaccato esemplificativo, immagino che negli scorsi giorni a Firenze molti abbiano potuto godere della stessa gioiosa sensazione liberatrice. Fosse anche solo per questo, varrebbe la pena radunarsi in quel modo. Se poi ciascuno, tornato a casa, nella propria realtà quotidiana riuscirà a trasfondere lo stesso plasma vivificante, trasmutando la banalità routinaria in singoli istanti tutti degni di essere vissuti, allora (e solo allora) potremo dire che "il movimento può cambiare il mondo".
Articolo 17 I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
A proposito di riunioni... ...a Firenze, neanche un vetro rotto.
Andremo poi con calma a leggere le testimonianze di chi c'era.
E a curiosare sull'unica cosa che non è stata menzionata in queste ultime settimane: i temi trattati.*
* pensate sia un caso, una coincidenza, un accidente, una mancanza, una perfidia... o paura?
A fronte dello strapotere delle Grandissime Imprese, quelle in regime di monopolio o duopolio a livello nazionale o addirittura mondiale, rillo si domanda: ma allora il sistema democratico è una burla?
In effetti, quando in ogni nazione si nota che la politica economica di un governo e quella che al suo posto farebbe l'opposizione si assomigliano sempre di più, il pensiero abbandona il candore per tentare di indovinare la verità, che va sempre "pescata in quel mezzo metro di merda", per dirla con il delicato periodare di Giorgio Melazzi (qualche anno fa a Scatafascio).
Non voglio provarmi ad anticipare le conclusioni di Roberto, promesse in un continua, dunque sguinzaglio le associazioni d'idee.
Quanto espresso nel blog del rillo, sarà per la rima, mi richiama alla memoria l'amara saggezza di Beppe Grillo. La cui versione aggiornata, ancora prima che nei teatri esordì in un'intervista su Cuore (quello originale, diretto da Michele Serra quando era ancora lui), dicendo sostanzialmente che il nostro potere in quanto consumatori è molto maggiore di quello che possiamo esercitare in quanto soggetti (magari potessi dire cittadini, invece dico soggetti) con diritto di voto.
Dovrebbe essere un paradosso e invece è una banalità.
Dal diritto di voto al diritto di veto
Comprare o non comprare sono atti deflagranti, scegliere cosa acquistare e a cosa rinunciare significa non solo decidere come vivere, ma anche determinare in qualche modo la politica delle grandi aziende. Anche senza fare gli eroi, anche senza voltare le spalle a tutti i vizi che ci fanno godere, basta qualche piccolo gesto per apportare un contributo. Giorno dopo giorno dopo giorno. Si sa che anche la più bella spiaggia del mondo è fatta di minuscoli granelli posti uno accanto all'altro.
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Ho letto su mariemarion dei riferimenti alla Protezione Civile.
A tale proposito bea mi attribuisce un merito che non ho, ma nel contempo mi ispira l'idea di inserire anche qui un collegamento utile a ravvivare la fiammella della memoria. Una fiammella che quasi sempre troppo presto tende a spegnersi a causa dell'irrorazione di notizie su notizie su notizie che sembrano vomitate appositamente per far dimenticare quelle che le hanno precedute.
Diceva tale Salvo Pagliarello anni fa (cito a memoria da un forum di Agorà del 1996 o giù di lì):
Oggi disponiamo di moltissime informazioni, ma è come tentare di dissetarsi da una manichetta antincendio: si riceve sicuramente una grande quantità d'acqua, ma si finisce col rinunciare a bere.
Dunque, tornando al terremoto, basta fare clic sull'immagine per entrare nel sito dei volontari della Protezione Civile: gente che sta continuando a lavorare nonostante chi tiene le leve del comando sembri intento a tutt'altre faccende (tipo il tentativo di salvarsi il culo facendo approvare leggine su misura, in barba a ogni emergenza).
Scorrendo la pagina di Simone, mi sono imbattuto in una canzone (in mp3) e l'ho ascoltata. Dopodiché non ho potuto fare a meno di riascoltarla più e più volte, affascinato e incuriosito nello stesso tempo. Poi mi sono accorto che l'aveva lanciata in rete la pizia, che a quanto pare ne è anche interprete e autrice.
Le ho scritto direttamente per comunicarle ciò che sento e cioè che di questo pezzo mi emozionano le parole quanto la melodia, ma anche la delicatezza con cui la voce sa porgersi nell'estrema essenzialità, direi quasi nudità dell'arrangiamento.
Un uomo ricco chiese a Sengai di scrivergli qualche cosa per la continua prosperità della sua famiglia, così che si potesse custodirla come un tesoro di generazione in generazione. Sengai si fece dare un grande foglio di carta e scrisse: "Muore il padre, muore il figlio, muore il nipote".
L'uomo ricco andò in collera. "Io ti avevo chiesto di scrivere qualcosa per la felicità della mia famiglia! Perché mi fai uno scherzo del genere?".
"Non sto scherzando affatto" spiegò Sengai. "Se prima che tu muoia dovesse morire tuo figlio, per te sarebbe un grande dolore. Se tuo nipote morisse prima di tuo figlio, ne avreste entrambi il cuore spezzato. Se la tua famiglia, di generazione in generazione, muore nell'ordine che ho detto, sarà il corso naturale della vita. Questa per me è la vera prosperità".
(da 101 STORIE ZEN, a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps, traduzione in italiano di Adriana Motti)
Le leggi sui libri e cominci a pensarci. Però è quando le incontri nella realtà che le perle di saggezza ti si manifestano in tutta la loro potenza. Nel giro di poche settimane, ho dovuto assistere a due funerali nei quali era sovvertito l'ordine naturale. E che la perdita filiale fosse quella di un trentenne assassinato vigliaccamente o quella di una signora sessantunenne già nonna portata via dal cancro in meno di un mese, per la madre superstite lo strazio è stato il medesimo: un incomprensibile diluvio di dolore a colpire un animo che non poteva capacitarsene.
In diverse occasioni ho scritto che la condivisione raddoppia il piacere.
Una conferma della bontà di tale formulazione viene per esempio dalla contentezza e dalla soddisfazione che ho provato trovando su liberilibri queste parole:
____/ Coniati da vomito \____ > ircocervi linguistici dettati dalla pigrizia <
Rieccoci, con qualche nuovo contributo alla causa. Quale causa? La liberazione dagli Orrori Lessicali Genericamente Modificati, OLGM per l'appunto.
E dato che non siamo per la distruzione senza costruzione, cerchiamo nel contempo di scovare alternative valide o almeno sopportabili: le PCDC, ovvero Parole Come Dio Comanda.
Scrivete e sarete ringraziati.
La tabella completa si trova qui.
Anna M.: l'informatico con cui sto lavorando in qs. giorni in ufficio parla costantemente di "inputare" (e ovviamente non è di processi e di imputati che si parla!) [...] "scrollare", "scannare" etc. si sprecheranno!
Giuseppe Baratta: fakare: nelle chat line vuol dire assumere le sembianze di un altro chatter (chattatore, partecipante... definito anche user) utilizzando il nick name e spacciandosi per l'altro!
Giorgia: posso azzardare uno "scansionare" al posto di "scannerizzare"? Proporrei anche "tira e molla" al posto di "push/pull"... :-D
De bello fallico (versione parcellizzata) ovvero: il quotidiano guerreggiare del cazzo
La mia panettiera ha degli occhi bellissimi. Mentre aspetto al di qua del bancone, mi chiedo come faccia a non accorgersene il marito fornaio mentre sta litigando con lei... La solita storia delle piccole incomprensioni che quando rientrano nella sfera della coppia accendono il conflitto, dando luogo a scontri che normalmente non si svilupperebbero: paradossalmente, spesso capita di trattare peggio proprio le persone che ci sono più vicine (c'era un raccontino di Coelho che lo evidenziava).
Poi mi ricordo che anche mia moglie ha degli occhi bellissimi. Mentre si litiga però non li vedo più allo stesso modo... La solita storia del microcosmo e del macrocosmo: anche nel quotidiano possiamo coltivare armonia o guerreggiare. E per fortuna non tutti possediamo armi di distruzione di massa.
Sans toit ni loi, senza tetto né legge. Era il titolo di un film, ma dipinge fin troppo bene la situazione di una popolazione senza un riparo per il presente e purtroppo priva di un complesso normativo abbastanza serio da mostrare una qualità tanto preziosa quanto introvabile nella politica contemporanea: la previdenza. Senza voler sognare un pensiero che vada alla settima generazione a venire (non so nemmeno se ci arriveremo come specie!), è veramente miope continuare a rinunciare alla programmazione di una tutela territoriale che tenga conto dei due flagelli che a ritmo sempre più costante ci affliggono come nazione: alluvioni e terremoti.
I costi sarebbero comunque inferiori a quelli della ricostruzione, e questo anche senza considerare le perdite umane, sulle quali si china per un istante il lacrimare dell'ostentazione pubblica.
Ho sentito alla radio la voce di una persona che osservando la miriade di operatori televisivi diceva: "veniteci a riprendere quando ci sarà la neve. Tra un mese qui ci sarà tanta neve, tanto freddo... e tanta solitudine." Sono con mariemarion nel cercare di tenere viva la fiamma del ricordo. Altrimenti la Terra continuerà a tremare... d'indignazione, per noi coccodrilli a due zampe.
De bello fallico ovvero: quella dei Bush non sarebbe una guerra del cazzo?
Questa e altre domande voglio continuare a pormi, restando in ascolto di risposte o di ulteriori perplessità, raccolte leggendo i commenti pervenuti, le missive ricevute o altre pagine che compongono la polifonia della rete, come Il pallone d'Achille.
Un interrogativo cui persone più informate di me forse potranno rispondere in modo adeguato è: chi è Dick Cheney? Una pulce nell'orecchio la si trovava il 27 settembre scorso sul manifesto: il "falco" vice presidente Usa continua a far dare appalti militari alle società che ha diretto per anni ("la società di servizi Brown & Root, già discussa titolare di numerosi contratti per forniture all'esercito statunitense, è una controllata dalla Halliburton, diretta da Dick Cheney fino al giorno in cui si è insediato alla Casa Bianca insieme a George Bush").
Un luogo mai abbastanza lodato: punto di riferimento, stimolo, occasione, divertimento. Per organizzare incontri pubblici, per scoprire nuovi autori senza dissanguarsi economicamente, per avvicinare i bambini al mondo dei libri, per prendere in prestito una videocassetta... Qui alla Bovisa ce l'abbiamo, anche se non sembra che tutti lo sappiano. Comunque, chi ha provato a servirsene per sé o per i piccini (c'è una sala tutta per loro) ci torna e ne gode.
La scorsa settimana mi sono portato a casa Lola corre, film uscito nel 1998 (non è mai troppo tardi)... Se vi va, potete leggere le mie impressioni, gentilmente pubblicate da liberilibri.
Poi però bisogna ricominciare. Anche nelle piccole cose, tra cui lo scrivere come esigenza personale, è più facile farlo quando si ricevono gratificazioni, quando gli apprezzamenti giungono a incoraggiarci. Ho già dichiarato di seguire l'istinto, anche perché credo che la nostra parte intuitiva liberata da complessi e sovrastrutture riesca a sbagliare meno di quanto si possa immaginare, però confesso di essermi sentito sollevato dopo avere constatato che il senso delle mie parole dell'altro giorno è stato inteso correttamente e addirittura encomiato. Tra i compagni di percorso presenti in rete, ringrazio per questo Beatrice e Pietro, che le hanno riportate nelle loro pagine.